Possibile ruolo protettivo delle statine sul decadimento cognitivo negli anziani
Le statine potrebbero rallentare il progressivo danneggiamento della sostanza bianca cerebrale nei soggetti anziani con decadimento cognitivo lieve. È quanto afferma Neelesh Nadkarni della Scuola di medicina all'Università di Pittsburgh in Pennsylvania, coautore sulla rivista Alzheimer's & Dementia, di un'analisi post-hoc dello studio epidemiologico Health Abc svolto su adulti in età avanzata senza demenza all'arruolamento. I ricercatori hanno analizzato i dati di 295 soggetti sottoposti a risonanza magnetica cerebrale confrontando le proprietà strutturali dell'encefalo, in particolare della sostanza bianca, nei soggetti che assumevano statine rispetto a chi non ne faceva uso. «Lo scopo era quello di capire se le proprietà pleiotropiche delle statine fossero in grado di modificare la sostanza bianca mitigando l'effetto della malattia dei piccoli vasi cerebrali, condizione associata a un deficit cognitivo cerebrovascolare e al morbo di Alzheimer» spiegano gli autori, precisando che il 40% della popolazione in studio era stato in terapia con statine in media per 4 anni, assumendo soprattutto simvastatina o atorvastatina. I primi risultati non mostravano alcun effetto delle statine sulla struttura del cervello, ma stratificando i partecipanti in base alle funzioni cognitive è stato possibile osservare un grado minore di iperintensità della sostanza bianca in coloro che assumevano statine. «L'iperintensità della sostanza bianca è direttamente correlata al rischio di demenza» sottolinea Nadkarni, aggiungendo che nel gruppo trattato con statine è stata osservata anche una maggiore integrità della sostanza bianca. I risultati sono rimasti invariati anche dopo aggiustamento per fattori confondenti, tra cui età, etnia, genere, istruzione, indice di massa corporea, fumo, alcol, malattie cardiovascolari e livelli di colesterolo/apolipoproteina E (Apoe). «Il nostro è uno studio epidemiologico, che deve essere visto come generatore di ipotesi» scrivono gli autori, concludendo che servono ulteriori studi per confermare il ruolo protettivo delle statine sulla sostanza bianca e, indirettamente, sulla sfera cognitiva.
Alzheimer's & Dementia 2015. doi: 10.1016/j.jalz.2014.11.003